"E' da un po' che sono fuori di me e sono preoccupata perché non mi vedo ancora rientrare."

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giovedì 14 gennaio 2010

A che titolo?


Tanto per dimostrare che si tratta di un blog assolutamente anarchico comincerei con un argomento di importanza quasi nulla nel grande schema delle cose, ma molto caro al mio cuore.
Perché i fottuti titolisti cinematografici italiani distruggono senza pietà i titoli dei film americani, determinandone spesso il fallimento al botteghino? Secondo voi esiste un oscuro disegno da parte dei produttori italiani per affossare lentamente, ma inesorabilmente il cinema americano a colpi di traduzioni insulse e banalizzazioni dei titoli dei suoi migliori prodotti? O è solo frutto della malata convinzione, nata proprio negli States ma abbracciata qui da noi in modo più realista del re, che più le cose sono semplici e banali e più piacciono alla fantomatica entità che risponde al nome di "grande pubblico"?
Una vittima eccellente di questa letale mania è il meraviglioso e poetico film di Gondry "Eternal Sunshine of the Spotless Mind", che qui da noi è stato diabolicamente ribattezzato "Se mi lasci, ti cancello". Risultato di questo tentativo di normalizzazione di un film che non si lasciava masticare facilmente per imboccare il grande pubblico? Il "grande pubblico", con l'infallibile istinto per la banalità che lo contraddistingue, l'ha evitato come la peste e il "piccolo pubblico", quello che l'avrebbe amato e apprezzato, se ne è tenuto alla larga credendo di trovarsi di fronte all'ennesima commediola hollywodiana, sul genere Se Scappi, ti Sposo ecc.
Ricordo di non essere riuscita a convincere nemmeno un amico a venire a vederlo con me, e tutto questo per un titolo...
Questo è solo uno dei tanti casi, che spesso non sembrano nemmeno obbedire a qualche logica particolare, ma solo a una specie di giocoso sadismo. Mi piacerebbe sapere la vostra opinione in proposito. Qual è l'esempio peggiore che ricordate? E davanti all'elenco dei film, desiderate anche voi incontrare i titolisti per un discorsetto a quattr'occhi, magari con un bel tirapugni?

4 commenti:

  1. Sono dannatamete d'accordo! A questo proposito vorrei citare un film visto di recente che mai e poi mai avrei scelto per il titolo italiano, sinistramente evocante Pieraccioni, "Un amore all'improvviso". L' originale, assai più cattivante almeno per un certo tipo di pubblico, era lo stesso titolo del libro da cui la pellicola è stata tratta: "The Time Traveller's Wife". Tutta un'altra cosa, no? Ma ci sarebbero molti altri esempi...

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  2. infatti, purtroppo gli esempi sono a centinaia, secondo me la tesi del complotto è vera..;-)
    Oppure i titolisti hanno una mania di banalizzazione congenita. Certo anche il tuo esempio è sconcertante, perché decontestualizzare e decaratterizzare così un titolo tanto suggestivo e descrittivo???

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  3. Contribuisco con un esempio più terra terra, da blockbuster: TOTAL RECALL, uno dei tanti film presi da un racconto di Philip Dick, tradotto in un ben più testosteronico “ATTO DI FORZA”. Di certo la scelta del titolo è giustificata dalla presenza di Schwarzy che non lesina scazzottate varie… ma fa ugualmente venire l’orticaria, a chi piaccia un pochino la fantascienza e Philip Dick. Forse però mettere il titolo del racconto originale (We Can Remember It For You Wholesale) era chiedere troppo, fa pensare ad una commedia inglese con Stephen Fry o Kenneth Branagh…

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  4. Il capolavoro Hitchcockiano "la donna che visse due volte" aveva uno splendido titolo originale....."Vertigo". A proposito di quanto scrive ISabella, che bello il libro " la moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo" e che brutto il film tratto dallo stesso. Aldilà del titolo

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