"E' da un po' che sono fuori di me e sono preoccupata perché non mi vedo ancora rientrare."

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domenica 6 giugno 2010

Elogio dell'incostanza


Un caro amico mi ha fatto recentemente notare che questo mio povero e negletto blog, si sta rivelando essere l'ennesima vittima della mia endemica incostanza (Acc! Quell'uomo mi conosce troppo bene, dovrò eliminarlo). Potrei tirare fuori moltissimi sensati motivi per giustificare la mia latitanza nei confronti di questo progetto che ho voluto, creato e nel quale per un po' mi sono impegnata attivamente, ma le giustificazioni che ci diamo per continuare a vivere, il metadone esistenziale che ci somministriamo ogni giorno, comincia a darmi saturazione, semplicemente non fa più effetto. Quindi meglio affrontare la realtà e la realtà è proprio quella che il mio caro amico, e i veri amici fanno questo, mi ha gentilmente sbattuto in faccia: l'incostanza è uno dei tratti fondanti del mio carattere. A questo punto sento già levarsi un tonante coro greco: "Ma non avevi promesso di non parlare di te? Non avevi giurato col sangue che questo blog non sarebbe stato la solita cloaca di egocentrismo? Ma infatti non intendo parlare di me e della mia personale tendenza all'incostanza, ma piuttosto cercare di esaminare le dinamiche che regolano le vite degli incostanti e quelle dei costanti per capire se l'incostanza sia davvero e in maniera assoluta un difetto, così come la costanza un pregio. Perché, non per voler tirare l'acqua al mio mulino (oddio, magari anche un po' per quello), ma siamo proprio sicuri che essere incostanti sia un difetto sempre e comunque? Un esempio banale e pecoreccio, gli incostanti sono dei natural born pacifisti, è gente che non s'appassionerebbe mai così tanto e così pervicacemente a un'idea da decidere di uccidere per essa, al massimo se li attacchi si difendono, insomma sono come il Cavaliere Nero, basta che non gli cachi il cazzo! Altro esempio puerile, se il mondo fosse interamente composto da incostanti non si configurerebbe mai il reato di stalking, niente maniaci ossessivi....Va bene, lo so, queste sono sciocche iperboli e chiunque con un po' di buon senso sa che il progresso umano è frutto del paziente, ostinato sforzo dell'esercito dei COSTANTI, di quelli con la capa tosta, che non smettono finché non hanno capito, trovato il risultato, risolto il problema, di quelli che "riuscire o perire nell'impresa". Ma siamo sicuri che tutto 'sto progresso sia una cosa buona? Siamo sicuri che non sarebbe stato meglio "evolversi" come tutte le altre specie animali, invece di "progredire"? Che non sarebbe stato meglio lasciare che la natura premiasse le mutazioni genetiche più favorevoli all'ambiente, invece di cercare di modificare costantemente l'ambiente a nostro favore? Per tutta la vita mi sono sentita rimproverare di aver cominciato miriadi di cose, progetti, corsi, lavori, e ahimè persino relazioni, e di non averle portate a termine, ma non è come pensate voi costanti, voi testardi di professione, che nulla sapete del nostro mondo eracliteo. Gli inconstanti non si arrendono alla prima difficoltà, non cambiano per viltà o pigrizia (che a cambiare sempre ci vuole un'energia e un coraggio non da poco, ricordatevelo), il più delle volte lo fanno per intima insoddisfazione, lo fanno perché si rendono improvvisamente conto della totale futilità di quello che stanno facendo. Gli incostanti, a mio modestissimo parere, sono quelli che più di tutti flirtano con la verità esistenziale dell'inutilità della condizione umana, quelli sui quali l'inganno biologico ha meno presa, quelli che provano a impegnarsi con tutti se stessi nelle faccende quotidiane, come tutte le altre brave formichine, ma che all'improvviso vengono fulminati dalla totale futilità di ogni tipo di sforzo, quelli che di tanto in tanto riescono a uscire da se stessi e a scorgere Matrix, salvo poi ripiombare (per non impazzire) in un nuovo progetto, in una nuova impresa, insieme alle altre formichine...me la sta suonando e me la sto cantando? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano gli altri...

5 commenti:

  1. Forse per solidarietà umana, o più probabilmente per identità caratteriale, tendo a darti ragione: L'incostanza non è prova di d'idiozia: semmai talvolta lo sono costanza e perseveranza.Potrei portare una milionata di esempi a confermare questa mia tesi ma non lo farò e partirò dal motivo stesso che ti ha spinto a scrivere di costanza: questo blog. Perché le persone scrivono in un blog? Ovviamente i motivi sono molteplici e in misure variabili concorrono tutte alla stesura del progetto. Un cucchiaio di solitudine, un altro di egocentrismo, una bella manciata di narcisismo stilistico, quattro etti di noia, tre etti di curiosità antropologica, e l'immancabile pizzico di sindrome da "diario della seconda media sezione C Giacomo Leopardi" (nome che cambia a seconda dall'istituto scolastico frequentato). Da questa ricetta ricaviamo un normale essere umano che vuole esprimersi, che vuole esternare sentimenti, teorie politiche, tesi scientifiche, melodrammi amorevoli, strategie calcistiche o barzellette idiote. Poi, nel corso d'opera, la voglia di mostrarsi si dilegua, vuoi per altri impegni, vuoi per overdose di noia, vuoi per idiosincrasia al veicolo informatico. L'opera sembra incompiuta ma in realtà è fatta e finita: se la meta era diventare uno scrittore di successo, ovviamente no, ma se invece lo scopo era passare un po' di tempo ad enunciare scemenze colossali(o cose serie, e le due cose a volte coincidono)il nastro d'arrivo è tagliato abbondantemente. Nessun premio, ovviamente, se non il trofeo fatto di ore del tuo tempo e di tuoi pensieri. E la condivisione di questi, seppur simile ad un coitus interruptus, è vera nascita, anche se seguita da rapida morte. In buona sostanza, era importante il viaggio e non la meta. E se durante il viaggio hai trovato ostacoli, cattive compagnie, o ti sei trovato/a in un eremo lontano, da solo/a, allora ne è valsa la pena. La Costanza, che spesso genera testardaggine, può dare buoni risultati economici, può portare al successo lavorativo, o persino a soddisfazioni e riconoscimenti dalla comunità umana, ma non ti darà mai la gioia di aver cambiato idea.
    E pensa che a metà commento volevo lasciar perdere tutto e spegnere il Pc.

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  2. Secondo me bisogna saper alternare l'incostanza con la costanza; dunque in maniera incostante.

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  3. Costanza è un nome che mi piace. Se avessi avuto una figlia, probabilmente mi sarebbe piaciuto chiamarla Costanza anche a costo di dover sopportare il solito ditino pronto ad additarmi e dirmi che avevo detto che mi sarebbe piaciuto chiamarla Perla: Papaperla.
    Ti lascio immaginare che cosa succederebbe se un idiota incostante come me fosse inopinatamente catapultato nel gruppo dei pervicaci.

    Le idee degli incostanti sono farfalle, battiti d'ala meravigliosi che durano soltanto poche ore, effimeri colori nell'aria che aiutano il mondo a funzionare. E se un incostante avesse una cattiva idea sarebbe innocuo, perché questa, durerebbe poco. Se no a che servirebbero i blog? basterebbero i libri.

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  4. Dunque mi sembra di capire che finora hanno commentano due incostanti doc e uno che ha da poco cominciato a studiare da incostante...
    @Caro minchione, apprezzo sempre i tuoi tentativi di sdrammatizzare, celiare e simili, così come apprezzo la serietà che c'è dietro alle tue parole, che ci vuoi fare c'è chi si droga per sopravvivere, io ho il vizio della comunicazione, incostante, tendente all'assurdo, ma sempre comunicazione...
    @Edoardino, da te mi aspettavo un solidale commento e in effetti è arrivato. E' vero le cattive idee degli incostanti sono meno dannose, ciò mi rassicura poiché a me di pessime idee me ne vengono a bizzeffe!

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  5. @Claudio, tu sei un neofita dell'incostanza, la pratichi da poco e la maneggi con cura, però stai imparando che nell'incostanza (e nell'incoerenza, direi) c'è molta vita...

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